Due riflessioni sulla situazione femminile

di Roberta Gargiulo ed Eugenio Delaney (Teologo)

di Roberta Gargiulo

“Fuori dalle misure umane, una donna non si disumanizza, non diventa una bestia nè un super uomo, resta della sua specie e del suo sesso. Resta lei..no, cambia anche lei: fuori dalle misure umane una donna diventa una donna alla quale può capitare di tutto. Anche Dio”

Camille Paglia

I media ci raccontano con un allarmante crescita della frequenza di terribile e incredibili atti di violenza esercitati sulle donne.

Personalmente credo che oggi questo problema si stia manifestando ed acutizzando in tutta la sua terribile realtà e non si possa far finta di nulla o pensare che in fondo sia normale perché probabilmente è stato sempre così anche se una volta poco se ne sapeva. Inutile parlare di quei pochi (spero) che addirittura pensano che sia giusto.

Vi ricordate quell’orrore di battuta che si vedeva a volte appesa su qualche muro con vignette di dubbio gusto:  “Quando torni a casa la sera, picchia tua moglie. Tu non sai perché, ma lei lo sa benissimo …” e qualcuno rideva pure, purtroppo anche donna!

No, lei non lo sapeva benissimo.. anzi sperava che quella sera sarebbe stato diverso…

Io credo che non ci sia una donna al mondo che in qualche momento della sua vita non abbia subito una qualche forma di “violenza”. Sul lavoro, in famiglia, da parte di altre donne. Sarebbe bello ascoltare le vostre storie che immagino siano tante e tutte diverse ma tutte che alla fine cadono dentro lo stesso tema: il sopruso e la violenza.

Sono tante le forme di violenza. La violenza sulle donne non è solo il gesto estremo che porta addirittura alla morte ma è tutto ciò che viene detto o fatto senza rispetto per noi in quanto donne, e in quanto persone: madri, mogli, fidanzate, amanti e lavoratrici.

Chi non ha sentito la recente terribile vicenda di Giulia, incinta di 7 mesi, e del suo compagno (che non merita neppure di essere nominato) che senza troppi preamboli ha ucciso sia lei che il bambino, suo figlio, che portava in grembo: un mostro diremmo tutti senza esitazioni, un mostro e una mostruosità che continuano a ripetersi, alla luce del sole.

Le statistiche parlano chiaro: nel 2007 è stato pubblicato da parte dell’Istat il primo studio italiano sulla violenza alle donne su un campione di 25 mila donne fra i 16 e i 70 anni in tutto il territorio e i risultati sono impressionanti: in Italia erano 6, 7 milioni le donne che subivano ogni anno violenza fisica o sessuale (quasi 4 su 10 nel campione considerato), nel 69,7% dei casi, da parte del partner, attuale o ex.

Ma il dato più importante è che solo il 18% delle vittime riteneva che le violenze fra le mura domestiche fossero reato! Il 93% delle donne non faceva denuncia.

I dati del Report  del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 20 novembre 2022 evidenzia che:

  • nel periodo 1° gennaio – 20 novembre 2022 sono stati registrati 273 omicidi (+2% rispetto allo stesso periodo del 2021), con 104 vittime donne (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui le donne uccise sono state 109)
  • le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 88 (- 6% rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui le vittime sono state 94); di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-16% rispetto alle 62 vittime dello stesso periodo del 2021).

Il problema esiste e va affrontato con decisione e da parte di tutti.

Come donna mi sento chiamata in causa. Anche come mamma, come moglie ma soprattutto come persona chiamata a fare qualche cosa e non voltarsi dall’altra parte. La prima cosa da fare è quella di non tacere, di non sorvolare dietro comportamenti molto fastidiosi che ancora troppi uomini manifestano. Oggi mi sento più protetta di 20 anni fa, quando davanti a comportamenti molestanti le donne tacevano quasi sempre e cercavano di scomparire, sentendosi quasi colpevoli di aver attirato quella attenzione, quella parola o quel gesto fuori posto e fuori luogo.

Come sapete sono una fan di Massimo Gramellini e cito un pezzo del suo “Caffè” di venerdì 2 giugno 2023 scritto in occasione del turpe omicidio di Giulia Tramontano. Gramellini amplia una considerazione fatta dalla Procuratrice della Repubblica che esorta le donne a non recarsi all’ultimo appuntamento con il maschio violento (dice proprio maschio perché maschio non è necessariamente un uomo).

Gramellini fa notare che se da un lato quanto raccomandato dalla Procuratrice è una saggia precauzione, dall’altro, ancora una volta ci appelliamo al comportamento della vittima mentre occorrerebbe spostare l’attenzione sul carnefice perché la violenza sulle donne è un problema che riguarda molto gli uomini, quelli che crescono con una concezione distorta dell’amore, visto come possesso e proprietà e non come dono di sé.

Ed è questo il punto focale, troppe volte ho sentito dire alle donne che se non vogliono avere problemi con un certo tipo di uomo devono imbruttirsi, non dare nell’occhio.

Possiamo accogliere anche questo suggerimento come utile ma per certi uomini il solo fatto di avere a che fare con una donna li fa sentire autorizzati sempre ad andare oltre …. E questo è il vero punto sul quale non si deve transigere e non si deve lasciar correre.

Gramellini chiude la sua riflessione dicendo che l’educazione non la si impartisce con le prediche o con i libri ma dando il buon esempio. Buon esempio che nasce ovviamente in famiglia ma che a mio avviso va esteso a tutto il contesto sociale, tutti noi, nessuno escluso.

Ricordo un mio viaggio di lavoro in Svezia 20 anni fa. Una sera avevo chiesto se potevo uscire da sola a fare un giro e la risposta che mi fu data è che potevo uscire anche nuda e stare fuori tutta la notte che a nessuno sarebbe venuto mai in mente di dirmi o di farmi qualcosa. Questo a me era sembrato qualche cosa al di fuori della realtà tanto era distante dal condizionamento che mi portavo dietro.

Ecco questo per me è rispetto, libertà, eguaglianza: poter passeggiare liberamente senza sentirmi addosso gli occhi di qualcuno che sconfina nel mio campo, per non parlare di fischi o parole di apprezzamento non richieste e soprattutto non desiderate. Ma purtroppo troppe volte sentite, soprattutto quando ero più giovane (invecchiare dopotutto ha i suoi vantaggi!)

Il tema è vasto, terribile e articolato ma il mio desiderio con questo breve articolo è quello di portare all’attenzione di tutti, uomini e donne di qualsiasi età, il fatto che la violenza nei confronti delle donne parte spesso da cose piccole che sembrano di nessuna o poca importanza e spesso perpetrate anche dalle donne stesse, in un modo che non è del tutto inconsapevole.

Ognuna di noi è libera di amare chi desidera, di stare da sola senza essere importunata, di spostarsi nella propria città senza limiti di orario, di luogo e di vestirsi come vuole, di essere rispettata per il proprio lavoro, di essere adeguatamente retribuita indipendentemente dall’avere o meno alle spalle un uomo e non perché donna considerata di serie B.

Questo compito spetta a tutti perché io vorrei lasciare ai miei figli (2 femmine ed un maschio) un mondo dove non ci si deve difendere gli uni dagli altri ma dove insieme si combatte per una società più equa in cui il rispetto reciproco sia la regola di base per vivere tutti in modo migliore

Suggerisco un libricino che a me è piaciuto molto: “Malefica” di Maura Gancitano che attraverso la storia di Malefica della “Bella Addormentata” affronta in modo semplice, facile e fiabesco il terribile dominio della nostra civiltà patriarcale con la sconfitta apparentemente solo del femminile ma in realtà “una maggior sconfitta del maschile che viene castrato da se stesso. Se volete fare un piccolo viaggio in un universo nuovo, questo libro offre ottimi spunti di riflessione

Suggerisco anche “Ave Mary” di Michela Murgia che tutti sicuramente conoscete. E’ una scrittrice sicuramente particolare che divide molto il pubblico dei lettori ma anche se non vi piacesse, vi assicuro che vale la pena dare una scorsa a questo libro perché offre una visione interessante non tanto sulla figura della Madonna ma sulla storia di noi donne e degli uomini che ci affiancano tutt’oggi.

Ho un terzo libro da consigliare che ho trovato interessante : La Prestoria è donna di Marylena Patou- Mathis storica francese specializzata nel comportamento dei Neanderthal . Si parte dagli uomini delle caverne e si arriva ai tempi moderni evidenziando come via via che il patriarcato prende sempre più piede, la figura della donna viene sempre più destrutturata fino a renderla una appendice dell’uomo, una sua proprietà.

Visto che siamo prossimi alle vacanze in cui abbiamo più tempo per la lettura, vi segnalo anche un quarto libro. E’ di Sebastiano Vassalli e si intitola “La Chimera”. E’ una storia vera del 1610, la vicenda terribile di Antonia, la “strega di Zardino”, una bella ragazza che ha avuto la sfortuna di avere una storia difficile ed una bellezza troppo bella per non attirare su di sé sguardi torbidi di uomini perversi.

Lascio ora la parola ed Eugenio nel commentare questo terribile fatto.

IL DILEMMA CRUCIALE DELLE DONNE di Eugenio Delaney

Sottolineo tutte le affermazioni di questo articolo scritto indubbiamente con lacrime e sangue, con la pelle d’oca, col cuore, con tutta l’anima, e condivido l’indignazione davanti al moltiplicarsi di casi di violenza perpetrati con una virulenza e ferocità inaudite.

Anch’io, soprattutto da uomo, mi sento chiamato in causa, a fare qualche cosa, a non voltarmi dall’altra parte, a non tacere davanti a una supremazia maschilista usurpata abusivamente nel corso della storia.

La prima domanda che mi pongo è: perché? Come si spiega questo comportamento arrogante, altezzoso, violento e, soprattutto, così diffuso nella società?

Purtroppo, la risposta non si esaurisce nell’ambito dei fattori circostanziali (povertà, strutture sociali, caratteri personali, abitudini popolari, ecc.) ma affonda le sue radici nell’ambito della cultura e, di conseguenza, nella psicologia profonda delle persone e nell’ethos dei popoli. 

E stiamo parlando di una società, la cui cultura si nutre della teologia cristiana e beve dal pozzo della Bibbia. Come mai?

Sul rapporto uomo-donna, i testi offrono una visione chiara e meravigliosa che la storia ha letto in modo sbagliato e applicato in senso opposto.

In effetti, la Bibbia dichiara che l’uomo sia stato creato “maschio e femmina” e, in quanto tale, “immagine” (‘alter ego’, potrebbe dirsi) della divinità creatrice. Ma dice anche che la femmina sia fatta dalla “costola” del maschio, espressione poetica che esprime la gioia del maschio che si sente completo solo con la femmina (compagna del cuore).

Bellissima questa teologia. Ma perché la storia ha invertito la narrazione, facendo della femmina la “costola” del maschio, intesa come una sua appendice, dimenticando che l’uomo (l’essere umano) è maschio e femmina, e solo così, “immagine” del creatore?

Costola del maschio o unico soggetto indivisibile assieme all’uomo: ecco il dilemma veramente “cruciale” delle donne (fotografie della donna crocifissa).

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