Teologia Laica : MENS SANA IN CORPORE SANO
di Eugenio Delaney (Teologo)
Ancora una volta scritti che si intrecciano, si completano, si abbraccio e sicuramente qualche volta potrebbero anche contraddirsi e non procedere allineati… sicuramente accadrà se non è già accaduto!
Fare esperienza con sè stessi, con il proprio corpo, con le cose, con gli altri e cosi via.. la vita è una grande palestra dove a volte ma direi spesso ci si fa male e si fa male. E’ importante fare tesoro di queste esperienze e cambiare la traiettoria dei nostri sforzi, dei nostri desideri e anche dei nostri sogni.
E’ un lavoro immane ma credo che ne valga la pena! Grazie caro amigo Eugenio!
Grazie anche a tutte le persone che ci danno dei feedback e dei suggerimenti per i nostri articoli!
Per scrivere ad Eugenio: eugeniodelaney@libero.it, sarà felice di rispondere alla vostre domande o riflessioni!! e qui trovate l’intervista di Eugenio fatta da Francesco Marchese– nostro esperto letterario.
Roberta
ps: ringrazio Annamaria Guarcini (ex insegnante scolastica) per la collaborazione alla redazione dell’articolo
MENS SANA IN CORPORE SANO
Il punto di contatto dei nostri articoli, oggi si trova nel termine “allineamento”. Mentre Roberta propone dinamiche utili per riuscire ad avere un corpo ben allineato, la visione antropologica della teologia laica propone l’allineamento con altre dimensioni dell’essere di grande portata e potenza.
Sono consapevole della responsabilità che comporta una riflessione razionale sui rapporti con una dimensione che supera i limiti della ragione. Come esprimerla senza banalizzarla o ridicolizzarla? La narrazione consente di utilizzare un linguaggio adeguato ed efficace. Immaginiamo che le cose siano andate così:
“Finito di creare il mondo Dio ha un bellissimo dialogo con l’essere (maschio e femmina, come li aveva creati).
Fiero della sua opera, li prende per mano e li fa entrare in un giardino davanti ad un universo immenso e spettacolare. Li fa sentire comodi e rilassati, li tratta con la massima cordialità e tenerezza. Li conduce a visitare opere meravigliose fornendo le spiegazioni necessarie. Dopo un po’ si mettono seduti, e comincia la parte più importante del discorso. Ascoltatemi bene: tutto questo è mio, è la mia opera, l’espressione di quello che sono io, la mia realtà.
‘Non capisco, dice l’uomo: tutto questo sei tu o l’hai fatto tu?’
La donna interviene: ‘Chiarissimo, se non ha usato altro materiale che sé stesso, questo è sé stesso’.
“Brava! Di conseguenza, tutto è fatto bene. Adesso vi dico una cosa che mai avresti immaginato. E’ fatto bene, è meraviglioso, e d’ora in poi è vostro, vi lascio le chiavi, piantate le vostre tende, andate dove volete, poiché è un posto assolutamente sicuro. Fate tutto quello che volete, purché lo facciate bene. Sperimentate, create senza limiti. Purché lo facciate bene. Avete respirato l’aria, bevuto l’acqua: tutto ha funzionato bene.
Stentavano a credere: ‘ma proprio tutto possiamo fare?’ “Proprio tutto. Purché bene”. ‘E se sbagliamo?’ Sbaglierete, ve lo dico io. Perché ancora non conoscete come sono fatte le cose. Mai potrei pensare che sbagliate per offendermi. L’errore ci sta, l’ignoranza pure. L’importante è imparare, correggere e migliorare.
Imparare ad allinearsi con il mondo, il che vuol dire adeguarsi alle sue leggi e caratteristiche. Allinearvi con un mondo che, lo scoprirete, è fatto su vostra misura, come l’aria e l’acqua che avete già provato. Piano piano scoprirete che anche la vostra misura è quella dell’universo. Niente di meno. E alla fine, ve lo dico già, tornerete all’universo in un abbraccio, il nostro abbraccio.”
Le parole di questo racconto non sono importanti, sono inventate. Ma il tono e la sostanza sono quelli. Me lo insegna la teologia laica, la teologia del mondo.
Interrompo qua per ricordare un evento che ci aiuterà a capire meglio quello sto dicendo.
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Era il 12 aprile 1961 quando Yuri Gagarin da un satellite riuscì a guardare la terra dallo spazio e scoprirla come mai l’aveva immaginata: “La terra è bellissima, azzurra e non ci sono confini o frontiere”, commentò con entusiasmo. Fu la scoperta di un mondo nuovo, o la visione nuova di una terra fino a quel momento grigia e opaca. Era invece azzurra e blu. Senza confini e frontiere. Bellissima, splendida. Diversa.
Nella prima parte del discorso di Dio con l’uomo, maschio e femmina, mancava questo. Perciò, “la mia opera, continuò dicendo, non è costituita solo di oggetti (innumerevoli, diversissimi, meravigliosi, perfettamente organizzati e strutturati), ma fondamentalmente di significati, messaggi, che si scoprono a distanza (come l’azzurro e il blu della terra). Coltiverete la terra, otterrete il grano e farete il pane, che mangerete e metterete in vendita. Questo è materia. Nel frazionarlo scoprirete il suo significato più profondo, quello della solidarietà, la compagnia (cum-panis), l’amicizia. Questa è l’anima. E così con tutto.”
La parola d’ordine è “allineamento”. Senza forzature, e amando il proprio corpo, insegna Feldenkrais per l’allineamento fisico. Senza forzature, e amando la natura, è il postulato dell’allineamento integrale. Conoscere bene le cose e i significati, capire la bellezza del mondo, lasciarsi educare dalla natura e imparare a interloquire con essa è la via maestra. La scoperta del pianeta blu. Quando percepiamo il significato delle cose, incominciamo a dare maggiore importanza ai gesti e ai sentimenti nei rapporti con le persone. “Esserci” comincia a essere più importante che stare, fare, lavorare, adempiere…
Grazie per la vostra attenzione e se avete bisogno di chiarimenti, scrivetemi
Eugenio Delaney