Maternità e Shiatsu

Intervista di Francesco e Roberta ad Alexandra Olympia Gelny:  Operatrice shiatsu, docente e operatrice certificata Wellmother  (Maternità e Shiatsu)

Francesco

Quando Roberta mi ha proposto di intervistare, a quattro mani, Alexandra, operatrice shiatsu, docente e operatrice certificata Wellmother (maternità a Shiatsu)  , titolare di un avviato studio a Vienna, portavoce dell’Associazione di Shiatsu Austriaca, insomma mille cose attinenti al benessere, non conoscendola ovviamente, sono andato a consultare la presentazione che fa di se stessa sul sito www.wellmother.org

Le sue attività sono sintetizzate in un’unica pagina, ma da ogni riga traspare una poderosa competenza, esperienza, sensibilità e passione.

Voglia di accrescere e approfondire le proprie conoscenze, dalle esperienze pratiche della medicina cosiddetta tradizionale agli studi orientali.

Andando a constatare anche di persona i diversi approcci.

Una delle frasi che mi ha colpito, riferita alla sua maestra Suzanne, è “fonte di ispirazione”, che sembra di una persona assetata di sapere.

Che in un deserto arido si abbeveri alla freschezza delle idee e del pensiero per reintegrare e accrescere spirito e corpo.

E continuare il cammino della conoscenza più forte e consapevole di prima.

Shiatsu e MaternitàLa sua foto-profilo è un ritratto a puntasecca il cui autore è una bimba di dieci anni che, scrive Alexandra, “…per un’ora è stata mia ospite speciale nell’ultimo workshop a Roma”.

Il volto leggermente squadrato ma affatto marcato, anzi ben proporzionato, capelli raccolti in uno chignon alto sulla testa, occhiali rettangolari, montatura di metallo  e dietro due grandi e penetranti occhi contornati da lunghe ciglia spiritose.

Ti guardano. Orecchini a doppio cerchio piuttosto grandi e circolari, labbra morbidamente disegnate, lontane dal naso, atteggiate a un misterioso, davvero misterioso sorriso, tuttavia dolce e rassicurante.

L’abito sembra uno judogi. Più lo guardo e più sono catturato, curioso di sapere se il disegno corrisponda alla persona, non quello che si vede di Alexandra ma quello che rivela.

Di sicuro è molto somigliante alle sue foto ma io credo che il ritratto, forse proprio perché tracciato da una bimba, contenga aspetti del carattere che solo l’autore, in quell’ora di osservazione, è riuscita a cogliere, come se le avesse guardato dentro, dove ogni dettaglio appare analizzato in profondità.

Qualcuno ha commentato “es schaut dir wirklich ähnlich”, più o meno “ti assomiglia davvero”.

L’altra foto è un triangolo perfetto, una composizione rinascimentale, di una struggente tenerezza, brillante nei colori candidi dei vestiti, una meravigliosa rappresentazione della generosità e della dolcezza. Alexandra poggia delicatamente una mano sul ventre lievitato di una donna, distesa in posizione fetale.

Sembra che le sue dita ascoltino il movimento del bimbo.

Anche noi lo percepiamo.

Con l’altra le accarezza la fronte.

La osserva. Sembra dirle con un sussurro, ma se ben guardate riuscirete anche a vedere il pensiero che passa dalla sua mente a quella della donna “…non ti preoccupare, ci sono qua io, sono con te, fidati, rilassati, andrà tutto bene, ti accompagno io”.

L’espressione di lei è serena, gli occhi socchiusi, sembra dormire, sognare.

Forse sospira, le sue labbra sono atteggiate a un sorriso, e ci fa sapere che dentro di sé non ha solo il bimbo ma quel sentire piano, dolce e delicato, di una mamma che si affida e respira il soffio meraviglioso della vita che porta nel ventre…

Roberta

Ho conosciuto Alexandra ad un corso di Formazione per Operatori Shiatsu Professionisti qui a Roma e lei mi ha catturata subito.

Anche io sono Operatrice Shiatsu dal 2004 e con lo Shiatsu ho ottenuto grandissimi risultati e volevo trovare a Roma una professionista con la quale scambiare esperienze e conoscenze ed anche imparare nuove cose.

E cosi, per caso, anche se il caso non esiste mai, è arrivata lei.

Mi è piaciuta subito, mi è piaciuta la sua semplicità, la sua professionalità e il suo amore per la nostra professione! E cosi ho deciso di proseguire con lei e di integrare le sue conoscenze con lei mie.

Ottima scelta, mi dico sempre! Durante il periodo Covid ci siamo conosciute ancora meglio ed è per questo che ho deciso, insieme a Francesco, di intervistarla e di far conoscere lei ma anche le grandi potenzialità che lo Shiatsu offre e che pochi conoscono.

…ma è tempo del nostro dialogo. 

Roberta: Alexandra, io ti conosco da qualche anno, sono stata tua allieva e mi piacerebbe inserire anche te nel nostro progetto di interviste cioè raccontare quello che fai, quello che hai creato, come formi le persone, quali sono le differenze tra la tua realtà e la nostra in questo tipo di discipline, in particolare nello shiatsu. Inoltre sono affascinata dalla applicazione dello Shiatsu in relazione alla maternità.

Per esempio io stessa ho trovato differenze tra Milano e Roma…

Rispondo in sintesi. Lo shiatsu in Austria è riconosciuto come vera e propria professione comunque non nell’ambito delle discipline mediche o del sistema sanitario nazionale.

In realtà è un servizio di connessione o di supporto alla salute.

Questo vuol dire che chi è autorizzato a praticare questi trattamenti sono solamente operatori che hanno almeno tre anni di formazione professionale con relativo diploma abilitante.

In alcuni ospedali o cliniche si stanno sperimentando tecniche di shiatsu ma la strada è ancora lunga da percorrere e gli esempi sono davvero molto pochi. 

Francesco: Comincerei invece col chiederti della tua storia, da quello che ho letto di te mi sembra davvero interessante.

Come hai cominciato, chi è Alexandra?

Io non sono stata sempre una operatrice shiatsu, avevo una vita molto diversa.

Ho studiato scienze economiche e sociali e dopo essermi laureata ho lavorato per più di dieci anni in ambito pubblico, organizzazione di eventi ma anche nella cultura.

Ho iniziato la mia formazione di shiatsu nel 2004, non ho lavorato in Italia, dove ho vissuto per qualche tempo quando avevo sedici anni, ma mi sono formata sia in Germania sia in Austria e anche in Italia.

A Roma ho frequentato l’Istituto Europeo di Shiatsu e mi è sempre piaciuto imparare da culture diverse.

Ho scoperto poi questo tema della gravidanza, di salute delle donne, di fertilità…

R. Alexandra, prima di continuare forse è importante definire secondo te cos’è lo shiatsu…

shiatsu e maternità…certo, ho scoperto questa disciplina quando ero molto stressata.

Per me era un aiuto per riscoprire la mia sensibilità.

Questo mi ha affascinato. È un metodo di tocco non invasivo ma comunque molto profondo.

A me è sempre piaciuto molto tutto quello che è connesso con la comunicazione.

Già dall’inizio ho considerato lo shiatsu come terapia manuale per attivare il dialogo e la comunicazione tra due persone attraverso il tocco con l’obiettivo di accompagnare la persona a un equilibrio più alto, complessivo, direi in modo olistico.

Non è un metodo per trovare un sintomo e trattarlo, nel senso di curarlo, e neanche un metodo ago pressorio. Diciamo che mette in risonanza le persone…

F. A questo proposito mi ha colpito la frase “sono stata sopraffatta dall’intensa risonanza della vita tra la madre e il bambino nel ventre”.

Risonanza è un termine che mi piace molto e indica una comunione di emozioni.

Puoi spiegare per favore questa tua visione.

Uso il termine risonanza nel senso che gli dà il maestro Akinobu Kishi, che forse non tutti conoscono.

Comunque era un insegnate riconosciuto, assistente del Maestro Masunaga, uno dei maestri qualificati di shiatsu.

Poi negli anni settanta si è separato dal suo maestro e ha fondato un approccio diverso, il Sei-ki.

È piuttosto rivoluzionario, ma riferendosi comunque molto alla filosofia tradizionale giapponese.

Nella pratica, ha portato a considerare come principio fondamentale la sensibilità e il dialogo tra due persone attraverso le mani.

La risonanza in questo contesto è quando due persone si incontrano in uno spazio comune, condiviso.

F. In realtà io avevo inteso il fenomeno come vibrazione personale che viene messa in risonanza dall’operatore con altre onde ma sempre proprie, quelle che hai dentro e che non riesci a far vibrare, se non con l’aiuto dell’operatore.

Per me la risonanza è un fenomeno che si crea tra due persone che sentono qualcosa dentro di loro, che li accomuna, tuttavia la risonanza durante un trattamento non è una cosa che si può programmare, succede.

Ed è una cosa molto importante che produce un potenziale benessere non solo nell’ambito dello shiatsu.

A questo proposito il sociologo tedesco Hartmut Rosa, in un suo libro pubblicato nel 2012 che si intitola appunto “Risonanza”, descrive il fenomeno dal punto di vista della sociologia, un evento che mette in relazione i comportamenti sociali.

F. Interessante, lo leggerò.

In fisica, se non ricordo male, far risuonare significa sottoporre un oggetto ad una oscillazione periodica che amplifica progressivamente quella propria.

Grossomodo intuisco la relazione tra il fenomeno fisico e quello che si instaura tra maestro e allievo.

Ma può anche essere tra te e la musica, per esempio.

È connessione, è sentirsi collegato dentro te stesso ed è uno spazio olistico che comprende tutto, nel quale non è possibile distinguere o dire: adesso sono connesso solo a livello emozionale o solo a livello fisico.

E connessione allo stato puro, ha una qualità superiore che non si riesce ad analizzare in modo razionale.

F. Ho visto che nella tua professione un ruolo molto importante, se non predominante, riveste il “wellmother”, cioè aiutare le donne in gravidanza attraverso lo shiatsu.

Vorrei chiederti se durante il percorso che accompagna la mamma verso una nuova vita è coinvolto anche il papà e in che modo.

shiatsu e maternità

Questo è un fatto molto individuale perché dipende dalle donne.

Ci sono moltissime donne che durante la gravidanza non approcciano a questo metodo e gli uomini in genere sono davvero molto pochi.

Ma sono contenta di dire che il numero degli uomini che si avvicinano allo shiatsu è in costante aumento.

All’inizio spesso per la donna la gravidanza è un fenomeno quasi astratto, non c’è il flusso mestruale, la pancia non cresce subito, le emozioni sono instabili e altro ancora, e anche di più ovviamente per gli uomini.  

Ho avuto recentemente una coppia che aveva una storia piuttosto complicata e difficile alle spalle.

Avevano già una bimba e stavano provando ad avere un altro figlio avendone purtroppo già persi tre  nelle diverse fasi della gravidanza, insomma esperienze traumatiche.

Per lui era veramente complesso o difficile capire che non poteva sentire quello che sentiva lei ma poco alla volta hanno cominciato a prendersi cura l’un l’altra.

Rispettando il fatto di comprendere che ci sono bisogni diversi ed esigenze diverse tra uomo e donna e, insieme , intendo nello stesso periodo ma separatamente e regolarmente, hanno iniziato a fare shiatsu.

F. Viviamo purtroppo un momento piuttosto particolare.

Nascono meno bambini per ragioni molto complesse.

Tu credi che nel tuo lavoro, oltre ad aiutare nella preparazione al parto, si possa parlare di una migliore o maggiore consapevolezza che favorisca il desiderio di mettere al mondo bambini?

Continuo un po’ sugli uomini perché è un argomento interessante, poi rispondo alla tua domanda.

shiatsu e maternità

La ragazza di cui raccontavo prima adesso è incinta e in tempo di Covid si è dovuta sottoporre a tutti gli esami da sola, senza di lui.

Quando poi il compagno è venuto a fare shiatsu mi ha confessato che era un po’ sollevato del fatto di non accompagnarla perché in realtà aveva molta paura.

Ecco, lo shiatsu consente agli uomini di aprirsi ai propri bisogni e anche se la gravidanza va bene spesso questi bisogni dei papà non trovano spazio all’interno della coppia.

Perché i bisogni di una mamma sono sempre più presenti e per gli uomini non è facile trovare una sintonia con questo stato.

Ho avuto anche clienti maschi che in un caso o due ho preparato al parto più che le loro mogli, venivano in studio ogni settimana.

Per loro era importante prepararsi a questo ruolo…

F. …l’avessi saputo l’avrei fatto anch’io per i miei tre figli …

…in un altro caso ho fatto una visita a casa dopo un parto lungo e complicato e lui era traumatizzato, era un’esperienza che non poteva quasi sopportare, del tutto fuori dal proprio modo di essere.

Probabilmente non avrebbe chiesto di sottoporsi allo shiatsu se non avesse avuto questa esperienza , anche se fossi andata a casa loro durante il puerperio.

Le situazioni sono diverse e io invito sempre le donne a fare una sessione pre-parto coinvolgendo anche il papà.

Questo l’ho trovato molto importante non solo per dare a lui qualche rudimento di shiatsu da praticare alla moglie, ma anche per fargli comprendere che cosa sta succedendo.

Per rispondere alla tua domanda di prima, io non ho la sensazione che l’esperienza del parto cambi così tanto il desiderio di avere un altro bimbo.

Quando il parto è stato difficile, c’è più ansia, ci si pone più domande sui rischi che si potrebbero correre.

È una domanda importante che è collegata a tutti gli aspetti della nostra società, economici, sociali.

Io penso all’esempio dell’Islanda, situazione che è molto diversa rispetto alla nostra.

Per quanto ne so sembra un buon sistema che aiuta le coppie giovani ad avere figli.

Lì le donne rimangono incinta presto, ci sono tante coppie giovani con bimbi anche se non hanno ancora finito il percorso di studi o professionale  perché c’è un buon sistema che li accompagna e che permette ai genitori di continuare il loro percorso professionale o di studio.

I bimbi non sono considerati come un “freno” allo sviluppo individuale dei genitori.

Questa è una gran cosa perché da noi avere un bimbo a un’età giovane è sempre connesso all’interruzione della vita professionale, di non avere più la libertà di fare le cose.

E poi quando una coppia decide ad un’età più adulta ci si confronta sempre con i rischi che ci sono.

E veramente complesso e purtroppo viviamo in una società che non motiva le persone a formare presto una famiglia.

Io non credo che tutti devono avere bimbi perché è una scelta libera, personale.

La società suggerisce di non avere bimbi troppo presto ma consiglia anche di non avere bimbi troppo tardi.

Dunque è difficile per le coppie trovare il proprio cammino e il proprio equilibrio.

Vorrei aggiungere che per me è molto importante professionalmente la tematica dello shiatsu riguardo la fertilità, che è un tema olistico, ma non per questo succede che una donna rimanga incinta.

Tuttavia è un accompagnamento durante la fase della vita durante la quale una coppia cerca di avere un bambino.

Può anche essere che si faccia ricorso a sistemi più invasivi, per esempio trattamenti ormonali, l’inseminazione , o la fertilizzazione in vitro che possono avere effetti profondi e complessi soprattutto sulle donne.

È comunque un fatto che lo stile di vita di oggigiorno abbia un effetto negativo sulla fertilità, soprattutto degli uomini per il fatto che a volte bisogna aspettare anche molti anni per raggiungere un risultato positivo.

F. Io penso che le coppie oggi non sono aiutate nella maternità, mancano gli asili, le strutture sanitarie, gli aiuti economici.

Secondo me c’è un calo nel desiderio di procreazione.

E quando manca il desiderio, perché l’unica cosa che ci porta avanti è desiderare di fare qualcosa, è come fermare la vita, dare un limite alla propria esistenza, ai propri sogni.

shiatsu e maternitàIn effetti da noi, in Austria, la situazione di supporto alle nascite, asili nido per esempio, è molto buona, ci sono molte alternative alle donne sul lavoro, per gli uomini che possono condividere il tempo della gravidanza .

Tuttavia ancora oggi il sistema è sempre molto focalizzato sulla distribuzione tradizionale delle parti donne/uomini.

Abbiamo tante strutture, ma sono sempre le donne che portano di più il peso della responsabilità di prendersi cura dei bimbi.

Non è un sistema paritario o equilibrato.

La situazione è diversa e per la mia esperienza, in Austria quando le famiglie hanno un bimbo ne desiderano spesso un altro.

Dall’Italia mi giungono segnali diversi e contrastanti.

Sul desiderio sono d’accordo con te, tuttavia quando il desiderio diventa troppo grande e non si realizza diventa o può diventare quasi un’ossessione.

Oltre al desiderio di avere un bimbo è necessario secondo me desiderare soprattutto di vivere una bella vita sia che vengano i figli sia che non ci siano, perché non c’è mai una garanzia.

F. Hai ragione, ci penso spesso.

Perché quando le coppie hanno dei bimbi, cominciano a parlare solo dei bimbi, non c’è altro argomento se non i bambini e non parlano più tra di loro, delle cose che li accomuna oltre i figli.

Poi quando i bimbi diventano adulti e vanno via, i genitori non sanno più di cosa parlare tra di loro. Ed è triste.

R. È vero quello che dici.

Io ho tre gemelli e all’inizio non riuscivo a capire come si potesse volere bene a tre persone distinte, e anche se è stato complicato, poi è stato molto bello.

E in effetti parlavamo solo di loro.

Subito dopo volevo un altro figlio poi per fortuna non è venuto perché la gestione di tre bimbi è stata una cosa davvero complessa e difficile.

Adesso però sono molto contenta…

F. Torniamo al tuo lavoro.

Vorrei adesso parlare un momento di Suzanne Yates che credo sia stata o sia tua maestra nel Wellmother.

Con lei hai condiviso, così scrivi, “un viaggio di scoperta, comprensione, riflessione e sviluppo”.

Sembra un percorso poderoso e introspettivo.

Puoi spiegare in sintesi cosa intendi?

shiatsu e maternità

Quando ho lavorato per la prima volta con una donna incinta, sono rimasta affascinata e ho voluto approfondire l’argomento.

Poi avevo letto questo libro di Suzanne, maestra di shiatsu, che aveva scritto per le ostetriche (“Shiatsu per la gestante e per il neonato” – Red Studio ed. 2009 – pagg. 222 n.d.r.), e già il libro era una scoperta perché era focalizzato sugli effetti benefici dello shiatsu in gravidanza che di solito non si impara nella formazione generale dello shiatsu.

Poi ho letto che tradizionalmente le ostetriche giapponesi già usavano lo shiatsu da molto tempo e ho capito che è un ottimo metodo per sostenere, aiutare le donne incinta.

Dunque Suzanne stava approfondendo questi aspetti di integrazione tra le due culture.

Negli anni cinquanta la formazione delle ostetriche in Giappone è cambiata, è diventata più orientata verso l’occidente, le tecniche tradizionali non sono più state insegnate.

Sembrava che nel passaggio tra oriente e occidente, si fosse persa la possibilità di utilizzare lo shiatsu anche per le donne incinte, dato che i maestri erano tutti uomini.

Suzanne era l’unica esperta che coniugava i due approcci senza per questo dimenticare la medicina occidentale.

E queste connessioni e integrazioni di visioni per me sono state una scoperta che mi hanno permesso di imparare, approfondire e integrare sempre di più la conoscenza di questa disciplina.

F. Mi fai venire in mente un bel film di Takeshi Kitano, “Zatoichi”, che è la storia di un samurai, massaggiatore shiatsu giapponese, cieco, che aiuta le persone che hanno disagio a star meglio…

R. …in effetti in Giappone c’è stata una fase, prima che venisse riconosciuto ufficialmente, in cui lo shiatsu veniva praticato proprio da persone non vedenti, magari perché hanno una sensibilità più accentuata.

L’ho visto il film e mi è piaciuto molto.

Io sono andata in Giappone l’anno scorso e ho incontrato ostetriche che si identificano ancora come ostetriche “tradizionali”, in giapponese samba, che hanno costruito e gestiscono le loro cliniche.

In Giappone la formazione di queste operatrici, ma direi la medicina in genere, è molto cambiata dopo la seconda guerra mondiale e da loro volevo sapere come oggi il loro lavoro si sia modificato e se sia diverso dalle samba di un tempo, e come integravano lo shiatsu e le relative conoscenze nella loro attività.

In realtà queste ostetriche hanno comunque sempre mantenuto il concetto che il loro lavoro sia quello che deriva dalla tradizione e sembrava che lo shiatsu non fosse una scienza separata da integrare o meno ma una scienza integrata di per sé, quasi istintiva, direi naturale.

Sembrava non avessero una conoscenza teorica dei meridiani, per esempio, ma avevano una qualità di tocco che funzionava, molto ma molto pratico senza tanta filosofia che comunque in Giappone è una concezione olistica, interconnessa con la natura.

Ecco, diciamo che lo shiatsu non è una cosa speciale in questo ambito ma viene praticato quasi inconsapevolmente.

F. Leggo sempre dal tuo sito “…aiutare a connettersi con la saggezza del proprio corpo”.

Tu pensi che il nostro corpo sia davvero così saggio o sia invece intelligente, nel senso che impara da sé e non dagli altri?

Secondo te è il corpo stesso che ha già dentro tutto?

Noi abbiamo dimenticato che nel nostro corpo c’è già dentro tutto.

Posso farti un esempio.

Tante donne, non sentono la gravidanza, specialmente la prima.

Per loro è abbastanza astratta, quasi fuori da sé.

Non sanno bene cosa significa connettersi con il bimbo, sono molto razionali e non riescono ad entrare nello stesso spazio con il bimbo stesso.

È importante offrire a queste donne uno spazio sicuro, quasi come quello che ha il bimbo nel ventre.

Invitare a connettersi tutti e due in uno spazio di risonanza sicuro.

A volte succede che una donna incinta percepisca il bebè coscientemente per la prima volta durante un trattamento shiatsu, anche se magari non possono dire esattamente che cosa abbiano sentito, anche se non sentono movimenti, anche se non riescono a sentire davvero i movimenti.

F. Tu lavori da molto tempo e sicuramente hai avuto esperienze diverse.

Potresti per favore raccontarci uno degli episodi del tuo lavoro che ti ha sorpreso molto in modo positivo, che ti ha dato molta soddisfazione, e un altro che invece ti ha creato qualche disillusione o disamore?

Non ho avuto grandi episodi negativi da quando faccio Shiatsu, poco fa ho festeggiato i miei 10 anni di professione in realtà non c’è stata alcuna giornata davvero negativa o di crisi, a volte stanchezza, questo si, ma momenti di crisi vera e propria non direi,

I clienti sono diversi, qualcuno entra più velocemente in sintonia, altri meno. 

Per esempio quando accompagno le donne che vengono da me perchè cercano di rimanere incinte, questo percorso può portare a rimanere incinta o meno. ad una vita migliore o meno, dipende sempre dalle persone, tutto è possibile.

Ho avuto clienti che dopo alcuni mesi di trattamenti medici, di fertilità, non riuscendo nello scopo hanno interrotto i trattamenti shiatsu.

Magari pensavano fosse inutile. Oppure hanno deciso di non continuare perchè non avevano più una “ragione sufficiente” per la quale venire.

E mi spiace constatare che a volte farsi bene non basta. E’ questo mi è un pò dispiaciuto perchè penso sia una fase in cui una donna debba avere maggiore sostegno.

Ecco, ero triste perchè non sono riuscita a trasmettere la mia passione.

Un’altra volta una donna ha smesso di venire perchè, ancorchè mi abbia detto di quanto benessere riceveva con lo shiatsu, pensava che il trattamento fosse connesso con il desiderio di rimanere incinta.

Questo mi ha fatto capire che devo trovare un altro modo di comunicare alle donne la necessità che bisogna continuare.

Momenti di soddisfazione non sono solo quando nasce un bimbo ma anche accompagnare donne in momenti particolarmente difficili, in situazioni complesse, come interrompere una gravidanza per diagnosi cliniche che non permettevano di concluderla in modo positivo.

Sono momenti molto critici in cui si accompagna non alla morte ma alla rinascita e a una nuova speranza, triste ma molto profonda allo stesso tempo.

F. Io penso che voi donne abbiate molta più immaginazione di noi uomini.

A questo proposito a volte Roberta, quando gli esercizi sono troppo complessi o faticosi, ci invita a immaginarli.

Io credo che l’immaginazione sia molto importante, se non ci fosse non riusciremmo per esempio a sognare.

Tu pensi che l’immaginazione, andare oltre la realtà, sia un buon metodo di scoperta di sé stessi?

R. Quello che intende Francesco è che quando una persona non riesce a fare un movimento, anche se riesce a farlo solo sulla parte “sana”, immaginare di farlo poi sulla parte che invece non sta bene crea dei collegamenti, in qualche modo è come farli anche su quella parte…

Per me l’immaginazione non è esattamente andare oltre la realtà, perché se una persona riesce a creare immagini dentro di sé, questo diventa una esperienza reale a tutti gli effetti.

Io lavoro in modo diverso.

Per esempio nelle donne si crea questa immagine dell’utero che nella medicina orientale viene chiamata “palazzo del bimbo” ed è ovviamente uno spazio molto bello e confortevole.

Io lavoro molto con questa immagine e invito le donne a capire quali sensazioni provano in questo spazio o a entrare in contatto con le emozioni e provare a immaginare chi sono nel proprio corpo.

Per me lavorare con l’immaginazione è sempre connesso con quello che già c’è e con quello che sento dentro di me.

Oppure per esempio quando accompagno le donne durante un trattamento di fertilità, provo a capire quello che davvero sta succedendo, dove sia l’ovulo, in quale stadio sia l’utero, pensare liberamente per trovare una immagine che connette al movimento dell’ovulazione, quando l’ovulo si sposta nelle tube, quando crescono, avere un’immagine di quanto grandi siano.

Oppure quando la donna è incinta e ha difficoltà a capire o sentire il bimbo, la invito a respirare profondamente e sentire quello che fanno i muscoli durante la respirazione, si estendono, si contraggono ma la contrazione è anche un po’ come un abbraccio per il bimbo e allora la mamma non deve fare molte cose, ma solo connettere e giocare un po’ con le immagini.

F. A proposito di immagini, sul tuo sito mi hanno colpito due foto.

La prima mostra una mano che accarezza una rosa.

A me rimanda alla tenerezza, alla gioia, alla delicatezza.

Tu credi che il mondo, noi stessi siamo abbastanza sensibili o abbiamo ancora e sempre bisogno di essere aiutati.

Tu credi che oggi le persone abbiano bisogno di maggiore delicatezza, che la durezza della vita ci ha fatto dimenticare?

Tu pensi che lo shiatsu possa aiutare in questo?

Sono sicura che tutti questi metodi che usano non solo il tocco ma un approccio che valorizza la delicatezza e la sensibilità aiutano a ritrovare una emozione naturale.

Quanto poi siamo sensibili dipende da come siamo cresciuti.

Penso che naturalmente noi uomini abbiamo questo potenziale ma dipende dalle esperienze che abbiamo fatto, dall’educazione ricevuta, perché la sensibilità non è una moda, non è un movimento delle masse verso un mondo migliore…

F. …e sì, sembra che ci sia un equivoco di fondo, si confonde la sensibilità, la gentilezza con l’indecisione o l’arrendevolezza.

Per me questo è un male.

Una delle nostre ragazze, Gabriella, mi ha detto una volta, e mi ha molto colpito, che uno dei difetti peggiori è quello di pretendere, nel senso inglese del termine to pretend, fingere, far finta di avere sempre vent’anni.

Gli altri ci vedono come siamo fuori in realtà noi crediamo che ci guardino per come siamo dentro.

Tu pensi che, impegnandoci al massimo, potremmo fare qualsiasi cosa, o ci sono limiti che col tempo non riusciremo più a superare?

Io penso che possiamo sicuramente raggiungere una migliore armonia, una connessione con noi stessi e credo che lo shiatsu aiuti moltissimo a raggiungere questo obiettivo, ma non solo lo shiatsu, ma qualsiasi cosa, autentica e fatta con passione, sia utile a connettere il corpo fisico e la realtà interiore.

Penso poi che il corpo fisico, nel senso del respiro, del movimento, delle articolazioni, sia importantissimo perché questa congruenza del nostro essere interno ed esterno non si può vivere, non può essere compiuta senza sentire la realtà o la fisicità del corpo, sentire i bisogni del corpo ci fa connettere alle nostre emozioni più profonde.

F. Mi piace molto quello che dici.

Io credo che sappiamo, forse, quello che siamo ma non sappiamo quello che possiamo fare o diventare.

Tuttavia quello che possiamo fare è sempre molto di più di quello che crediamo di poter fare.

Nel tuo lavoro qualcuno ha scoperto cose che pensava di non poter fare e invece è riuscito a fare?

Sì, spesso, molto spesso, non solo nella gravidanza.

Succede abbastanza spesso che qualcuno viene da me in un momento di crisi oppure semplicemente perché ha bisogno di confrontarsi con il suo io interiore o ha qualche disturbo fisico.

Ecco, io spesso dico che lo shiatsu sussurra al corpo e alla persona.

Dopo una serie di trattamenti è accaduto che qualcuno abbia modificato il proprio modo di essere, la sua vita, cambiato i rapporti con gli altri.

Ma non è lo shiatsu che ha determinato questa trasformazione, perché l’esigenza era già presente nella persona, forse sono emersi dopo o durante i trattamenti.

Mi ricordo di una donna che era venuta per farsi accompagnare durante una terapia di fertilità ma non si sentiva bene con questi interventi, diciamo invasivi.

Ha imparato a esprimere i propri dubbi, che già aveva dentro di sé, e dopo alcune sedute shiatsu ha potuto realizzare che, in effetti, non voleva un bimbo e che non si sentiva se stessa con questi tentativi, insomma… si è separata da suo marito, ma adesso è davvero molto più contenta ed è questo che conta.

Diciamo che fa venir fuori ciò che già abbiamo già dentro, a volte emergono dubbi o ansie o coraggio per prendere una decisione.

Diventa spesso più facile prendersi cura di sé e del proprio corpo ma se fai shiatsu senza entrare in risonanza non ottieni questo effetto.

La risonanza vera, il tocco onesto è quello che produce i migliori effetti benefici.

F. Un’altra foto del tuo profilo mostra una pianta di felce con tutte le sfumature del verde.

La felce è la prima pianta comparsa sulla terra, ha resistito a tutti gli sconvolgimenti e ancora resiste ed esiste.

Tu pensi che abbiamo avuto sempre bisogno di essere sostenuti, compresi, aiutati, anche se non ne abbiamo coscienza e che questa necessità resisterà e continuerà all’infinito, come le felci appunto?

Personalmente sento più un vero bisogno di trovare una connessione alla natura e all’universo, di non essere separata da quello che ci circonda, tutto è movimento complesso, fluido e connesso tra uomo e natura.

I processi che succedono in natura non sono diversi da quelli che succedono dentro di noi.

Io sono grata di aver scoperto lo shiatsu perché e una porta, una chiave di lettura per capire le connessioni con questo mondo.

Tuttavia non è molto comune o facile essere connessi soprattutto quando vivi in ambito cittadino o hai preoccupazioni economiche come non avere abbastanza denaro per pagare l’affitto o le bollette telefoniche.

Non c’è molto spazio per essere connessi o entrare profondamente dentro di sé.

Ci sono molte persone che avrebbero bisogno di aiuto perché viviamo in un mondo che sta perdendo quello che una volta era molto naturale, la connessione.

Anche in una comunità povera ci sono gli anziani, le tradizioni, c’è sempre qualche sapienza tradizionale che porta connessione con il tutto.

R.  Menopausa e andropausa sono due temi molto importanti.

C’è una parte di donne che si comporta come se fosse loro estranea, c’è una parte invece che la vive come malattia, poi c’è infine la visione di alcune donne che la considera come crescita, come una tappa obbligata.

Per come la vedo io forse è il momento più ricco della vita di una donna, nel senso che cessa quel desiderio sessuale legato alla procreazione e inizia quella fase che io chiamo della saggezza.

Volevo sapere da te se anche tu consideri la menopausa non come inizio dell’invecchiamento ma come momento di grande consapevolezza e di cambiamento, di metamorfosi, di nuova nascita.

Sì, penso che tu abbia ragione, può anche essere una fase di lavoro su se stessa, come la pubertà che può essere sottile, problematica, violenta perché si verificano cambiamenti su tutti i livelli.

La cosa che per me strana è che consideriamo sia la pubertà sia la gravidanza come fasi di trasformazione che possono essere o fluide o drammatiche, ma la menopausa spesso non è guardata come una delle fasi naturali di trasformazione, ma invece è connessa con la paura, con la malattia, con l’invecchiamento.

Penso che la menopausa sia una fase naturale della vita che ci porta potenzialmente a una “seconda primavera” a una maggiore consapevolezza, a una più profonda saggezza.

Così come la gravidanza che può essere molto bella ma nello stesso tempo delicata o difficile.

Stessa cosa per la menopausa, può essere un processo fluido, non molto presente oppure molto complicata, connessa a disturbi o essere percepita come una fase intensa, come un nuovo inizio.

È una cosa che non capisco molto bene perché tutti sappiamo che è un momento di trasformazione a tutti i livelli, ma alcuni pensano che deve succedere senza mostrarsi, il flusso smette e tutto rimane com’era prima.

E qui che si vede o si manifesta questa disarmonia.

F. Immagino che la nostra esistenza sia una continua trasformazione, una metamorfosi, tutto sta a raccontarsi bene chi siamo in quel momento e perché lo siamo.

Noi siamo in un certo modo nella pubertà poi rinasciamo nella fanciullezza e poi ancora nell’età adulta, una continua rinascita fino a quando non chiudiamo la nostra esistenza.

Come diceva James Hillman, tu completi il tuo carattere, la tua trasformazione l’ultimo giorno della tua esistenza.

Solo allora sai chi sei stato veramente.

Sono molto d’accordo con te, noi siamo sempre in trasformazione.

Ci sono delle persone che hanno avuto sempre molta difficoltà ad affrontare cambiamenti, non è facile viverli.

Io vedo che la menopausa può essere molto complessa, anche affrontata con lo shiatsu.

A volte vengono alcune donne che hanno disturbi dovuti alla menopausa e per loro è difficile capire che un modo di affrontarli è aprirsi al cambiamento o fare qualche lavoro sulla personalità emotiva, per esempio.

Per questo lo shiatsu può essere efficace per migliorare la percezione ma non sempre possiamo aiutare una persona che non vuole cambiare o affrontare trasformazioni anche non profonde.

Vengono molte donne che hanno problemi di vampate, per esempio.

Con i trattamenti shiatsu posso aiutarle ma non sempre sono pronte a cambiare la propria vita perché magari ci sono situazioni pregresse che sono avvenute molto tempo prima, operazioni chirurgiche per esempio, che mostrano i loro effetti solo nella menopausa, traumi antichi che emergono nel momento del cambiamento.

Come per la fertilità il nostro obiettivo, quello degli operatori olistici, deve essere quello di accompagnare questa persona nel suo processo interiore nel miglior modo possibile e cercare di trovare o svegliare la potenzialità che c’è in questo processo e non focalizzarsi troppo sui sintomi.

Anche se i sintomi possono essere il motivo che induce le donne a cambiare qualcosa della propria vita.

R. Io mi trovo a lavorare anche con uomini.

Si parla molto di menopausa, maternità, sessualità femminile.

Oggi la mia esperienza è che gli uomini molto spesso non sanno neanche che cos’è l’andropausa perché per loro il problema è il calo del desiderio sessuale mentre in realtà questo nasconde un mondo di insicurezze.

Magari vengono per condividere un problema, essere ascoltati e cercare di trovare una soluzione.

Secondo me si parla troppo poco di andropausa, gli uomini non si identificano più con la virilità di un tempo e non si rendono conto di nuovi desideri, diversi da quelli di prima.

E questo genera quasi sempre una grande insoddisfazione.

È vero, non si parla spesso di andropausa ma si parla molto di midlife crisis, crisi della mezza età che è un termine che conoscono tutti, una fase della vita quando ci si chiede se si è contenti di quello che si sta facendo, dove ci sono più insicurezze in un ambito più connesso alla salute.

Penso che sia un processo da affrontare insieme prendendosi cura di sé, affrontare nuovi cambiamenti.

Quando vengono da me gli uomini hanno difficoltà a parlare di andropausa perché sembra una malattia da curare con la medicina, invece per tutti è chiaro che la menopausa è una fase della vita che riguarda tutte le donne, mentre l’andropausa sembra che non interessi tutti gli uomini ma solo quelli che hanno problemi.

Secondo me per poter far capire o comunicare agli uomini che questa è una fase che ha anche bisogno di qualche sostegno forse è meglio non parlare di andropausa ma di trasformazione, anche forse spiegando i cicli della vita, come nella medicina cinese.

Forse anche noi come operatori olistici dovremmo sottolineare con più evidenza questo tema, non parlare di disturbi, ma far capire che è molto naturale che gli uomini abbiano cicli diversi di trasformazione della vita e che per alcuni è più difficile il cambiamento sessuale ma non solo…

Francesco : …siamo arrivati alla fine della nostra conversazione. Confesso che sarei stato ad ascoltarla per ore. A volte l’emozione che ho provato è stata intensa, profonda.

Mi ha preso l’anima.

Spesso ho respirato senza accorgermene.

Parlare di nascita coinvolge ogni aspetto della nostra esistenza, tutto ciò che si è vissuto, quello che ci ha fatto sognare, quello che abbiamo desiderato, le nostre ambizioni, i nostri fallimenti, il dolore per le nostre perdite, le sconfitte, la gioia di una nuova vita che vede la luce.

Che è anche la nostra luce.

Il nostro futuro, i nostri sogni.

Il desiderio.

Le trasformazioni che ogni ciclo della nostra vita porta con sé, sembrano quasi ricordi di un passato lontano che emergono ogni volta che desideriamo rinascere e rinasciamo in qualcosa di diverso ma sempre noi stessi.

Accumuliamo sapienza, esperienze, riordiniamo la nostra coscienza secondo valori che credevamo dimenticati ma che ritroviamo freschi, se solo ci fermassimo a pensare, come acqua di fonte.

Che lenisce la sofferenza di vivere.

Quello che siamo per gli altri, quello che siamo per noi stessi, quello che gli altri pensano di noi e quello che noi pensiamo degli altri, un carosello continuo, instabile, incerto e indeterminato come tutte le emozioni che abbiamo provato, da quando siamo stati nel ventre delle nostre madri.

Abbiamo vissuto, questo è certo e continueremo a farlo.

Alexandra è come i meandri di un fiume che sta per raggiungere la foce, sicuro che le sue acque, tra mille tormenti, inquietudini e incertezze stanno per confondersi con l’infinito del mare oceano.

Dove la marea sopravanza e l’acqua dolce si confonde con quella salata, e il navigare è in mano a una guida sicura, esperta.

Che ci accompagna, che ti fa sognare l’orizzonte e desiderare di respirare piano il sospiro del mare. Che poggia la sua mano delicata sul nostro ventre e non ci fa sentire soli, persi nella nostra solitudine.

Ripensando al ritratto della bimba, dopo quest’ora di discussione, posso anche io dire “schaut dir wirklich ähnlich”, “ti assomiglia davvero”, sei proprio tu.

Ma voglio chiudere con l’ultima cosa che ci ha detto, una profonda dichiarazione d’amore, che non ha bisogno di alcun commento tanto è limpido  e fresco il pensiero…

…un aspetto che per me è molto affascinante non è solo il piacere e l’amore di lavorare con donne incinta ma la consapevolezza che tutti abbiamo vissuto l’esperienza della gravidanza perché tutti siamo cresciuti nel grembo della nostra mamma e io penso che questo modo di capire meglio quello che succede durante la gravidanza e il parto, e di applicarlo nello shiatsu, è un immenso arricchimento per qualsiasi persona.

Perché il tocco è un’esperienza primaria e ogni trattamento shiatsu è una riconnessione con il tempo in cui siamo stati nel grembo materno.

È un modo profondo di comunicare che già conosciamo perché lo abbiamo imparato nei primi giorni della nostra vita …

e lo conserveremo per sempre.

Grazie Alexandra

Foto: Herbert Gspan Langenzerdorf

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